Insomma è iniziato il nuovo anno.
Una fine e un inizio un po particolari.
Poi ci si mette anche questa reclusione forzata che mi da il tempo di riguardare i fotogrammi di tutti questi giorni. I pensieri come è mio solito turbinano nella mente senza forma e senza oridne, temporale per lo meno. Barcellona e si parte, qualche gatta dice che non distingue partenze e arrivi, solo un continuo viaggiare, sarà che ci credo e sarà che voglio crederle. Le sue parole, ogni volta che le riscopro, sono come quei pupazzi con cui giocavi da piccolo e ritrovi e sai quanto valgono e li accarezzi nella speranza di riprendere e ridargli tutto l'amore che avevi dato loro.
Brindisi e lacrime, così il mio capodanno. Il problema è che ciò che rimane non sono calici alzati, ma i soliti brusii di piccole radio non spente, che ogni tanto vorrei prendere a calci. Lei nella confusione di alchool e musica si perde, si ritrova nelle mie braccia ma si accorge che le sono straniere: la vedo partire da me per l'ennesima volta mentre fingo che tanto non sarà un altra spina.
Ma le spine sono di un animale ferito che fatica a toglierle da solo, i denti non bastano: lo sguardo vacuo porta sempre cattivi presagi, ma chi dà ascolto ai cattivi presagi l'ultimo dell'anno?e così una pioggia di piccole spine mi ricopre; sono piccole oramai perchè sono in grado di ridiemensionare il dolore, perchè non posso fare a meno di alzarmi, urlare e scrollarmele di dosso.
Non c'è ancora stato il Capodanno, ora tutto può cambiare e tutto resterà com'è. Almeno i corvi per un breve attimo mi fanno riassaggiare il sapore del volo..