Tutto in questi giorni di riposo ha un sapore dimesso. Dicono che la febbre affievolisce i sensi ma sortisce l'effetto contrario, come la pioggia sui colori. Come al solito mi dicono che le prendo bene le malattie, che non mi buttano giù e questo, io penso, perchè mi da i nervi non fare nulla. Sono il classico eterno impegnato. Quell'esempio di frenetico che danno come antitesti del perdigiorno. Anche se io non ho mai capito la differenza perchè per me i solitari al computer sono un vero impegno.
Dicevo, stare a letto per due lunghi giorni con la testa simile a una villa dell'800 piena di orango-tango impazziti, è riuscito a farmi rallentare. Oserei dire quasi fermarmi.
E prendo pian piano coscienza dei gesti di mia madre, premurosi ed enegici. Mio padre che mi scrive messaggi (???) per sapere come sto. Ci sono state anche le premure degli amici ma è come se avessi riscoperto il calore, oltre che della temperatura corporea, di affetti quotidiani.
E capisco quanto a volte la ricerca di altro, di infinitamente altro e infinitamente grande faccia perdere il tepore dei piccoli gesti: il calore di una tazza di tè, la freschezza di un fazzoletto umido sulla fronte, la spremuta preparata senza il tuo consenso ma "per il tuo bene".
ok un filo patetico ma nulla di banalmente mediocre. Forse a volte bisogna proprio rallentare un po, bisogna stare fermi e vedere il mondo scorrere, senza pretendere che esso si fermi con noi.
Mi ero ripromesso un piacevolmente spiazzante ma questo è tutta un altra storia, forse per il prossimo post. Anzi una scoperta linguistica è stata piacevolmente spiazzante a dire la vertità, e tutto è nato dallo spettacolo di Sesto. "Chi è scandalizzato è sempre banale" una frase rivoluzionaria per me che in un qualche senso può contenere anche questo post banale e patetico. Perchè dell'Amore sanno parlare i poeti, agli uomini resta solo che viverlo.