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Lei disse addio, sanbuco e mela nell'aria

martedì, giugno 26, 2007


il profumo della notte
sulla pelle
le tue mani
fra i miei capelli
gocce di perla ti rigano
il viso
non so che dire
non parlo
ma il cuore urla

paglia nel cuore
eppure non prende fuoco
serve solo a seccare la gola
ora
in questo mezzogiorno di indifferenza

posted by L'errante
22:04

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dov'è la mia Suzanne?
dove la mia Irene?
dove la mia Ofelia?
dov'è la mia Antigone?
dove?

quando mi sono perso?
quando arriverai ad abbracciarmi?
quando smetterò di amarti?
quando mi innamorerò?
Ancora.

posted by L'errante
00:58

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In bocca ho ancora il sapore delle sigarette.
Ne avrò fumate mille in questi scritti di maturità.
sigarette è un sapore di non sapore, un po come. Non so.
Quante speranze si mettono nelle cose, anche in una sigaretta, e mentre perdi tempo a pensare se vengono esaudite la sigaretta è spenta.
Niente racconti tristi o drammatici, solo un po di malinconia, un po di insoddisfazione. Ho bisogno di chiudere un po di porte e di aprirne altre. I fiori di magnolia cantano la loro solitudine e i corvi voltano la testa, stretti nell'uguale destino.
In bocca ho il sapore di una sigaretta, e mentre ci penso è ancora accesa e mi scotta le dita.
Non voglio scrivere su quanto sia dispiaccia lasciare il liceo, del tempo che lascio, anche se mi ha drogato per bene e nel bene, mi ha dato qualche radice. Il vento chiama e mi sento già l'odore di putrido a resatre fermo.
Odio non dare tagli netti alle cose, e questo liceo è come un pennello che gocciola su una tela oramai finita. Non so quanto bella ne brutta, ma oramai è da cambiare.
Voglio che mi ascoltino a quell'orale, solo perchè penso di avere dei diamanti in testa, che ci hanno messo mesi a formarsi e che un giorno troverò anche il modo di parlarne forse. Voglio fermarmi e partire, bruciare nel caldo estivo. Voglio una donna che mi ascolti, perchè le donne sono le migliori nel farlo. Quanto cazzo è grande un abbraccio di una donna?
Come quando sei seduto a fare gli scritti e arriva un alito di vento dal ventilatore è ad una di loro che pensi. Forse non importa neppure chi, ma senti le sue braccia fresche e lisce avvolgerti in un abbraccio lungo.
Non so dove ho sentito che la solitudine ha uno spazio. Si, uno spazio. Come il vuoto ha uno spazio, o forse è lo spazio ad essere vuoto.
Mi contorco in pensieri per vorticare su me stesso.

posted by L'errante
00:15

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lunedì, giugno 11, 2007






i brusii si sono fatti voci
le voci sono diventate urla urla urla
contro il cielo
a mezzanotte,
insultare l'aria,
dimenarsi e scoprirsi nudo
di fronte a un sentimento più grande.

i "se" i "ma" pesano sul cuore come la rugiada sui fili d'erba
ma il cuore non si piega.
i "perchè" sono aperti come le ferite che mi lecco
nell'attesa di scoprire come curarle.
E ora, come ho detto, mi rimane qualche bestemmia
soffocata in gola.

posted by L'errante
17:37

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